Contributo 1-2025 del Presidente CIMS (Coordinamento Italiano Modellismo Statico)

di Paolo Augusto Guerri

Cari amici modellisti e gentili associazioni aderenti al CIMS, prima di addentrarci nel ricco argomento di cui vorrei discutere con voi stavolta, a inizio 2025, dopo la parentesi umoristica (almeno spero) del mio raccontino di atmosfera natalizia sulle passate vicende ricreativomodellistiche dell’associazione perugina di settore che mi onoro di aver fondato più di vent’anni fa (in effetti ben 25, come passa il tempo…!), come sempre vi riporto i commenti di un caro amico, in questo caso Marco Kobau, modellista espertissimo di aeronautica, che trova ogni tanto fortunatamente il tempo (e la voglia…) di rispondere, pungentemente e ironicamente com’è suo stile, alle mie sollecitazioni sulla questione della funzione didattica ed educativa del modellismo statico nella scuola.

A proposito della questione della scelta delle tematiche da proporre alle classi a favore di quelle più semplici e non divisive, specie per quanto riguarda i mezzi militari, terrestri, volanti e naviganti, su cui c’è molta discussione tra genitori e per evitare l’odiosa qualifica di “appassionati di cose belliche”, Marco ci comunica purtroppo che “a Legnano non fanno più mostre, perché “i modellisti sono guerrafondai”, tranne, ovviamente, la battaglia di Legnano.

La realtà, parere personale, è ignoranza. Anni fa, mi chiesero di tenere dei corsi di modellismo statico, nella scuola dietro casa mia. Stessa risposta della preside (!), alla quale risposi ” non sapevo che le auto di formula uno sparassero!”. Tratteremo l’argomento più approfonditamente in un prossimo contributo, che avevo solo sfiorato in un precedente scritto, e ringrazio Marco per la sua testimonianza, che illustra le difficoltà della promozione del modellismo, soprattutto militare, nel nostro bel Paese.

Ma passiamo a trattare l’argomento prescelto, cercando di non dire fastidiose ovvietà ma esaminando la problematica da più angoli di vista, possibilmente costruttivi, senza dimenticare esperienze e ricordi personali, come sempre faccio data l’età.

La conservazione ed esposizione dei modelli statici

Tutti noi modellisti (e collezionisti) statici abbiamo avuto, dal primo momento in cui abbiamo iniziato la nostra nobile Disciplina – dall’infanzia o dalla giovinezza, raramente nell’età adulta o nella mezza età se non oltre -, il problema di dove e come posizionare e conservare senza rischi il frutto delle nostre fatiche modellistiche, che sappiamo bene essere molto fragili, se non addirittura peggio. Maneggiandoli in fase di montaggio mi accorsi subito che i modelli, soprattutto quelli in plastica, come ho scritto in precedenti contributi, non erano così robusti come i classici giocattoli, fatti apposta per essere presi in mano senza particolari attenzioni, e tendevano a perdere particolari sporgenti come antenne, specchietti, alberature ecc. Oltretutto occupavano molto spazio, e non potevano essere lasciati su tavoli, scrivanie o ripiani di librerie, alla mercé di mamme, fratelli, gatti o altre strane e pericolose creature grandi o piccole che si aggiravano per casa. Per quanto mi riguarda, dopo qualche prova e dopo aver avuto l’apprezzamento di familiari, amici e conoscenti vari, dopo un po’ di insistenze mi feci regalare da mio padre, che era farmacista, una bella vetrinetta con le ruote che a lui non serviva più in farmacia (la uso tuttora, ovviamente insieme a molte altre), suddivisa in vari ripiani, sempre in vetro, e cominciai a raccogliere ed esporre convenientemente i miei modelli, preservandoli anche dalla polvere che tendeva a depositarsi su ali, fusoliere, ponti di navi o carrozzerie, con tutto quello che contenevano. Con l’andare del tempo, e con l’inevitabile sviluppo della mia collezione (parliamo di svariate centinaia di modelli), mi resi conto che la polvere, anche se più lentamente, si accumulava e non poteva essere eliminata con l’uso delle classiche vetrinette con vetri a scorrimento che utilizzavo a casa e in seguito nella sede della mia associazione modellistica perugina, a meno che non si conservassero i modelli in scatole o altri contenitori di cartone, legno o plastica (rendendo però i modelli invisibili all’esterno) oppure in apposite teche trasparenti in plexiglas o lexan, peraltro abbastanza o molto costose e seconda delle dimensioni, che non avessero aperture o fessure, anche minime, da cui potessero entrare polvere, insetti o altri esseri viventi (come gli onnipresenti moscerini, mosche, zanzare, ragnetti ecc. ecc.). Spolverare ogni tanto con pennelli soffici, ossia da trucco, i modelli non basta, e si rischia ogni volta di fare letteralmente una strage, anche se si usa la massima attenzione, di particolari delicati, che poi è difficoltosissimo riparare con colle anche cianacriliche e mantenere dopo il restauro.

Oltretutto, ho notato con orrore che si deposita sulla superficie esposta dei modelli una fastidiosa patina opaca di difficile rimozione, che può essere eliminata, con qualche difficoltà e dopo vari tentativi, solo umidificando opportunamente la parte, con il respiro (che schifo, direte voi…) alitandoci sopra a pochi centimetri di distanza, e passandoci sopra più volte il pennello pulito: provare per credere! Questa è comunque la tecnica che utilizzo per la pulitura dei miei modelli di auto, ma che raramente uso per quelli aeronautici o altri modelli più delicati, per prudenza. Attualmente, per tornare al tema, ho molti modelli in varie scale di riduzione e di differenti dimensioni, in teche di plastica trasparente, lexan e plexiglas, ma la maggior parte sono ancora nelle classiche vetrine a scorrimento, con tutte le difficoltà che ne conseguono, sia a casa sia nella sede di club. La mia intenzione è da anni quella di raccogliere ed esporre, nella mia città, i modelli, miei e di altri (sono varie migliaia), in un vero e proprio museo storico-modellistico, di cui ho abbozzato da tempo le basi, cercando di mantenerli integri e puliti, e preservandoli per la future generazioni di modellisti e appassionati, nonché del pubblico in generale, ma mi rendo conto delle grandi difficoltà di questo progetto, che comunque perseguirò con passione e dedizione negli anni a venire. Per il momento mi fermo qui, ma tornerò sul tema in un prossimo scritto. Se l’argomento vi interessa fatemelo sapere nei modi che ormai conoscete bene, sarò molto felice di leggere le vostre argomentazioni critiche e i vostri gentili contributi alla discussione, grazie! Spero anche stavolta di non avervi annoiato, a presto e buon modellismo a tutti.

Paolo Augusto Guerri

Presidente CIMS

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